La Cgil di Terni, in sinergia con l'Associazione Nuove Ri-Generazioni Umbria, ha delineato un piano di sviluppo per l'area interna Sud-Ovest di Orvieto, mirando a invertire la tendenza alla marginalizzazione e al calo demografico che caratterizza il territorio.
Presentato il 3 maggio scorso, nel Palazzo dei Sette a Orvieto, il progetto si propone come catalizzatore di un nuovo dinamismo.
Claudio Cipolla, segretario generale della Cgil di Terni, ha introdotto e presentato il documento, delineando le sfidanti prospettive che esso aprirebbe: dal potenziamento della dimensione dei servizi della cittadinanza a quella economica e dello sviluppo, alla dimensione pubblica e istituzionale.
L'iniziativa è stata anche l'occasione, considerando le imminenti elezioni amministrative, per esortare i candidati a un dialogo costruttivo per il futuro dell'area. Nonostante la mancata risposta di alcuni, la Cgil si è dichiarata pronta a instaurare tavoli di negoziazione per promuovere una strategia condivisa e sostenibile.
Il documento evidenzia l'ampia estensione dell'Area Orvietana, che copre 1.187 km2 con una densità di popolazione inferiore alla media regionale, e sottolinea la distinzione tra comuni "intermedi" e "periferici", mettendo in luce la complessità e la diversità del territorio, che include due province, ex comunità montane, GAL e servizi socio-sanitari.
Sviluppare l'identità del proprio territorio non significa chiudersi, ma rafforzare le proprie potenzialità consapevoli dei punti di forza e delle criticità su cui lavorare, creando collaborazione fra i vari stakeholder, aprendo il dibattito ai cittadini.
L'Umbria è una delle regioni con la più alta percentuale di vita alla nascita e Orvieto, in particolare, una delle aree con l'età media più alta della popolazione. Molte sono le problematiche da superare, come hanno ricordato nei loro interventi Carolina Galeazzi, FP Cgil, Elisa Costantini, Filcalms CGIL, Maura Gibilini, Spi CGIL Orvieto, il definanziamento del sistema sanitario, la mancanza di politiche industriali lungimiranti, la scarsità di visione e risorse destinate al sistema educativo nazionale.
"Non dobbiamo cadere nell'errore di una generalizzazione delle aree interne. A realtà diverse occorrono politiche diverse - sottolinea Mario Margasini, direttore di Nuove Ri-Generazioni Umbria. - La sostenibilità sociale e ambientale vanno di pari passo e i diritti che si richiedono possono e devono essere garantiti se c'è una dimensione locale forte e partecipata".
Durante la tavola rotonda, moderata dal giornalista Fabrizio Ricci, sono intervenuti Elena Torri dell'ASviS-Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil Umbria, Mia Scotti di Riabitare l’Italia e Christian Ferrari della Cgil nazionale.
I relatori hanno esaminato le trasformazioni socio-economiche nelle aree interne e analizzato le differenti prospettive di giovani e anziani. Hanno discusso delle possibili strategie innovative per incentivare il ritorno dei giovani e favorire un processo di invecchiamento che sia attivo, sostenibile e integrato.
Infine, è stato messo in luce il bisogno di evolvere da iniziative e strategie straordinarie, come la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), verso soluzioni strutturali che impieghino le risorse in maniera lungimirante, evitando ulteriori riduzioni del bilancio pubblico. Un approccio che miri a garantire uno sviluppo equilibrato e inclusivo per l'Umbria e le sue comunità.
Per approfondire:
SCARICA IL DOCUMENTO
Per la Redazione - Chiara Maria Sole Bravi
댓글