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Bike sharing a Perugia: una pedalata in salita



A distanza di pochi mesi dal suo rilancio, il servizio di bike sharing del Comune di Perugia, si trova in una situazione critica, con numerosi problemi che lo rendono praticamente inutilizzabile. Le difficoltà, molte delle quali già prevedibili, riguardano sia la struttura del servizio sia aspetti tecnici e operativi.

Fin dall'inizio, l'Associazione FIAB Perugia Pedala aveva evidenziato alcune criticità del sistema. L'ancoraggio a stazioni fisse limita fortemente la flessibilità dell'uso delle biciclette, e si evidenziano alcuni problemi tecnici, come le luci malfunzionanti e operative, un'applicazione mobile poco performante e difficoltà nel prelevare e restituire le biciclette.

Nonostante qualche miglioramento iniziale rispetto al servizio precedente e un aumento dell'utenza nei primi mesi, i difetti strutturali si sono amplificati nel tempo. Le stazioni di Fontivegge e dell'Ospedale, che avrebbero dovuto potenziare la flotta, sono di fatto scomparse, e le biciclette disponibili drasticamente diminuite. Molti mezzi risultano abbandonati o "privatizzati", mentre sull'app appaiono ancora disponibili, creando confusione e frustrazione tra gli utenti.



Questa inaffidabilità ha inevitabilmente allontanato i potenziali fruitori. Senza la certezza di poter utilizzare il servizio in modo semplice e immediato, molti cittadini hanno preferito altre forme di mobilità, riducendo l'attrattiva del bike sharing come alternativa sostenibile.

In risposta alle numerose segnalazioni e al malcontento palpabile, il Comune di Perugia, attraverso l'ingegnera Margherita Ambrosi, dirigente dell'unità mobilità e infrastrutture, ha inviato una diffida alla società che se ne occupa, auspicando una risoluzione del problema in tempi brevi così da tornare ad offrire un servizio adeguato. Tuttavia, emerge la necessità di ripensare il modello di bike sharing per renderlo realmente efficace e utilizzabile.

A questo proposito si è ventilata l'ipotesi di potenziare il servizio in sharing con modalità free-floating, cioè consentendo all'utente di lasciare il mezzo in qualsiasi punto nell'area coperta dal servizio, senza la necessità di riportarlo nella stazione predeterminata. Una modalità che rappresenterebbe un'opzione sostenibile aggiuntiva per i turisti, ma anche per chi abita in periferia. Ma, almeno finora, il free-floating resta un auspicio...

Servizi di bike sharing di successo in altre città italiane ed europee offrono lezioni preziose: maggiore flessibilità, manutenzione costante delle biciclette, una capillarità delle stazioni e un'applicazione mobile user-friendly possono fare la differenza.


Per la Redazione - Chiara Maria Sole Bravi

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