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Immagine del redattoreNuove Ri-generazioni UMBRIA

Dati Istat 2023: siamo davvero soddisfatti in Umbria?



L'ultimo Rapporto ISTAT sugli "Aspetti della Vita Quotidiana" del 2023 permette di quantificare il livello di soddisfazione generale degli intervistati per le proprie condizioni di vita, livello considerato un parametro chiave per stimare il benessere personale, riflettendo la capacità degli individui di realizzare un'esistenza allineata con le proprie aspirazioni, indipendentemente dalle situazioni temporanee.

L’indagine campionaria è stata condotta su circa 25mila famiglie distribuite in circa 800 comuni italiani di diversa ampiezza demografica e ha esaminato la contentezza non solo in termini generali, ma anche in relazione a specifiche aree cruciali del vivere quotidiano.

Nell'analisi della soddisfazione complessiva, l'Umbria ha registrato nel 2023 un tasso del 45,5% di cittadini dai 14 anni in su che esprimono un alto grado di soddisfazione. Questo dato si colloca in parità con le medie delle altre regioni centrali e leggermente al di sotto della media nazionale del 46,6%. Tale media è influenzata positivamente da alcune regioni settentrionali, tra cui il Trentino Alto Adige con un notevole 60,1% e la Valle d'Aosta con il 56,4%. Questo dato complessivo maschera tuttavia delle disparità in specifici ambiti come il tempo libero, dove solo il 50,7% della popolazione si dichiara molto o abbastanza soddisfatta, rispetto al 54% a livello nazionale.

Per quanto riguarda la situazione economica, il 56,3% degli umbri di età pari o superiore ai 14 anni manifesta una certa soddisfazione, una percentuale che si attesta leggermente al di sopra della media nazionale del 54,6% e di quella del Centro Italia del 55,5%.



Una soddisfazione che dà la misura di un percepito che si discosta dai dati emersi dal Rapporto regionale BesT(Benessere Equo e Sostenibile dei Territori) del 2023. L’indagine rileva infatti per l'Umbria una condizione di stabilità finanziaria che si attesta su valori simili o inferiori rispetto alla media nazionale e a quella del Centro Italia. In particolare, si osserva una discrepanza significativa nell'ultimo anno per quanto riguarda il salario medio annuo dei lavoratori subordinati e la frequenza di default sui prestiti bancari concessi alle famiglie. Per l'anno 2020, il salario medio annuo dei lavoratori subordinati registrati presso l'Inps ammontava a 18.188 euro, inferiore di 2.470 euro rispetto alla media italiana e di 1.667 euro rispetto alla media dell'Italia centrale. Inoltre, si rileva una maggiore fragilità finanziaria nelle famiglie umbre, con una percentuale dello 0,6% di nuovi prestiti in difficoltà di rimborso nel 2022, superiore alla media nazionale e del Centro Italia dello 0,4%.


Mentre la speranza di vita nella regione è superiore alla media italiana, con 81,6 anni per gli uomini e 85,9 anni per le donne, l'invecchiamento della popolazione pone pressioni sui servizi sanitari e assistenziali, richiedendo una pianificazione adeguata in grado di affrontare le esigenze di una popolazione anziana crescente.

A gennaio 2023, con la conclusione dello stato di emergenza sanitaria, l'Umbria registra una popolazione che supera gli 854.000 residenti.

La tendenza demografica, risultante dall'interazione tra nascite, decessi e movimenti migratori, si conferma più negativa rispetto al resto d'Italia. In particolare, dal gennaio 2020, la regione ha visto una diminuzione di circa 15.600 persone, pari a una contrazione dell'1,8%, contro il calo nazionale dell'1,3%.

Questo declino è più marcato nella provincia di Terni, con una riduzione del 3,1%, e meno evidente a Perugia, dove si registra comunque un -1,4%, superiore alla media italiana. Nel 2022, l'Umbria ha sperimentato un saldo naturale fortemente negativo (-7,8‰), solo in parte compensato dall'immigrazione (2,3‰), portando a una diminuzione complessiva della popolazione di -5,5‰, con Terni che ha subito il calo più significativo (-8,2‰).

La quota di residenti stranieri in Umbria è del 10,4%, superiore di 1,8 punti percentuali rispetto alla media nazionale. La provincia di Perugia mostra la percentuale più alta (10,6%), in linea con la media del Centro Italia. L'analisi dell'età della popolazione umbra rivela una regione con una popolazione più anziana rispetto alle medie di riferimento: l'indice di vecchiaia in Umbria è di 230 anziani ogni 100 giovani sotto i 14 anni, ben al di sopra della media nazionale di 193 e di quella del Centro Italia di 204, con la provincia di Terni che evidenzia il maggiore squilibrio generazionale con un indice di 266. Nel 2022, il numero di figli per donna è di 1,13, inferiore alla media italiana di 1,2.


La contrazione della popolazione, più accentuata rispetto alla media nazionale, sottolinea la necessità di politiche lungimiranti di sostegno alle giovani famiglie e in grado di attrarre nuovi residenti, strategie inclusive che valorizzino la diversità e promuovano l'integrazione, nonché iniziative per sostenere l'anzianità attiva.


E a proposito di partecipazione, nel framework Bes, la partecipazione elettorale viene valutata in relazione alle elezioni del Parlamento Europeo, fornendo così un parametro di confronto valido su scala internazionale.


Durante l'ultima sessione elettorale del 2019, la regione dell'Umbria ha registrato una partecipazione del 67,7%, superando di 11,6 punti percentuali la media nazionale, che si è fermata al 56,1%. In Italia infatti, a partire dagli anni Novanta, il calo dell'affluenza elettorale è progressivamente aumentato. Questi risultati riflettono quindi non soltanto un significativo tasso di partecipazione al voto da parte della popolazione umbra, ma rivelano anche un marcato senso di responsabilità civica. Resta da vedere come si comporteranno gli elettori umbri nelle imminenti elezioni europee di quest'anno.


Per la Redazione - Chiara Maria Sole Bravi

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