di Andrea Chioini
AltraScuola – Rete degli Studenti Medi Perugia e il Circolo Legambiente Perugia e Valli del Tevere hanno effettuato nella primavera 2023 un monitoraggio sulla vivibilità (percepita dall’utenza) in 29 edifici scolastici sedi di istituti secondari superiori (approfondisci qui).
Un’iniziativa che aggancia strettamente il dibattito pubblico in Inghilterra sulla condizione critica degli edifici scolastici a causa del RAAC (Reinforced Autoclaved Aerated Concrete), cemento poroso molto utilizzato in questo paese, dopo la Seconda Guerra Mondiale fino alla fine del secolo scorso, per la costruzione di edifici pubblici, in particolare scuole e ospedali. Polemiche che vanno man mano rinforzandosi dopo la pubblicazione dell’elenco di 147 scuole chiuse proprio per evitare crolli improvvisi delle strutture di copertura degli edifici.
Secondo Bbc “il calcestruzzo aerato autoclavato (appunto RAAC in inglese) è stato molto usato nella costruzione degli edifici pubblici fra gli anni Cinquanta e Novanta. Contiene al suo interno piccole bolle d’aria che lo rendono più leggero e più economico rispetto ad altri materiali da costruzione, ma anche meno resistente e durevole: tale porosità ne provocherebbe rapida decomposizione e favorirebbe l’ossidazione della struttura d’acciaio del calcestruzzo stesso.
Della questione (rilanciata da RaiRadio3 ) si era occupato con dovizia di particolari anche il sito Infoaut.org con ulteriori elementi di conoscenza del calcestruzzo aerato autoclavato che “è prodotto combinando una miscela di cemento, calce, acqua e agente di aereazione, che lo rende estremamente poroso e di conseguenza meno resistente.
Ha una resistenza alla compressione decisamente inferiore al calcestruzzo tradizionale e la sua porosità lo rende permeabile all’acqua, esponendo le armature interne a fenomeni di ruggine e corrosione. Pesa un terzo del calcestruzzo normale dato che non contiene aggreganti grossolani ed è meno denso”.
Tutti fattori che determinerebbero un’aspettativa di funzionalità (e sicurezza) intorno ai 30 anni. Secondo lo Standing Committee on Structural Safety (SCOSS) potrebbe collassare, anche senza segnali di preavviso.
Sempre per Bbc questi crolli potrebbero esporre gli studenti e il personale scolastico all’amianto, che è ancora presente in moltissimi edifici pubblici nel paese, anche se per ora non è stato rilevato negli edifici controllati. L’amianto, ora vietato, non è considerato pericoloso se rimane intatto, ma la sua polvere ha effetti cancerogeni. La continua manutenzione dei tetti degli edifici costruiti con il RAAC potrebbe allungare la sua aspettativa di vita, ma a causa della mancanza di fondi, ridotti notevolmante negli ultimi dieci anni dal Partito Conservatore al governo, questa viene spesso trascurata, cosa che ha portato negli scorsi mesi a grandi scioperi degli insegnanti in tutto il Regno Unito.
Tornando a planare sull’Italia va ricordato che Legambiente cura il dossier Ecosistema Scuola, XXII Rapporto, pubblicato a gennaio di quest'anno con dati riferiti al 2021: in Umbria ha preso in considerazione 156 edifici scolastici presenti nei capoluoghi di provincia di Perugia e Terni.
La collaborazione nata con AltraScuola - Rete degli Studenti Medi potrebbe (e dovrebbe) portare ad una mappatura completa della realtà: c’è da definire un “punto zero” da cui partire per mettere in sicurezza e migliorare la vivibilità nei 1196 edifici (scuole, palestre, annessi) utilizzati* ogni giorno da 110.792 studentƏ, 14.981 docenti, 869 persone con ruolo Ata (amministrativo – tecnico - ausiliario) nei 92 comuni dell’Umbria.
Fonte: Ufficio scolastico regionale dell’Umbria
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