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Il futuro va preso seriamente



"Quando guidiamo le automobili, soprattutto di ultima generazione, siamo in grado di leggere e interpretare tanti dati, non solo la velocità, ma anche quanti chilometri ancora possiamo fare, la temperatura del motore, la pressione delle gomme...Quando invece discutiamo di economia, non si capisce perché, diventiamo quasi stupidi, cioè ci fermiamo solo a un numero, il Prodotto interno lordo (PIL), che è sì importante, ma se quel reddito non si distribuisce in modo omogeneo... può anche aumentare, ma i poveri non vedono cambiare la loro situazione".

La necessità di interpretare il presente con le informazioni a nostra disposizione e di saper valutare gli effetti concreti delle scelte politiche è quanto spesso latita nel dibattito pubblico. Enrico Giovannini, professore di statistica all'Università Tor Vergata di Roma e direttore scientifico dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), intervistato da Marco Roberti su Radio Radicale il 22 luglio 2024, è intervenuto su questo tema. Giovannini ha illustrato come l'Europa stia chiedendo ai paesi membri di presentare piani di bilancio strutturali che tengano conto non solo degli aspetti economici, ma anche dei risvolti sociali e ambientali delle politiche fiscali. Questa richiesta potrebbe rappresentare una rivoluzione nel dibattito pubblico italiano come delineato anche nel recente articolo scritto a quattro mani con Ferruccio de Bortoli e pubblicato sull'inserto Economia del Corriere della Sera.


Enrico Giovannini

Giovannini ha evidenziato come ci troviamo alla vigilia di una significativa rivoluzione nel modo di gestire la finanza pubblica del nostro Paese. Con le nuove regole del Patto di stabilità europeo, ogni Stato membro dovrà redigere, oltre al consueto Documento di economia e finanza (DEF), un piano fiscale a medio termine da presentare entro il 20 settembre. Questo piano, che coprirà un periodo di cinque o sette anni a seconda delle necessità di rientro da deficit o debito pubblico eccessivo, rappresenta una novità cruciale per la prospettiva di lungo termine nella gestione della finanza pubblica.

L'Italia probabilmente richiederà l’estensione del periodo a sette anni. Durante questo arco di tempo, dovranno essere chiaramente indicate le riforme e gli investimenti previsti per migliorare la condizione economica, sociale e ambientale del Paese. Questo approccio, simile a quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), prevede che, se le riforme e gli investimenti proposti vanno nella giusta direzione, sarà concesso più tempo per rientrare dai deficit eccessivi.


Fondamentale diventa quindi monitorare e valutare non solo i risultati economici, ma anche quelli sociali e ambientali. Questa valutazione deve essere fatta sia ex ante che ex post, un aspetto che finora è stato trascurato, ciò evidenzia, secondo Giovannini un limite culturale oltre che tecnico nella politica pubblica italiana.


Nel nostro Paese, dopo l’approvazione della Legge di bilancio a febbraio, il governo deve indicare come questa impatti su vari indicatori di benessere equo e sostenibile (BES), come la povertà, le disuguaglianze di genere e le emissioni di CO2. Tuttavia, questo esercizio è spesso formale e passa inosservato. Spesso, sottolinea Giovannini, ci concentriamo solo su variazioni marginali del PIL, mentre trascuriamo fenomeni che incidono concretamente sulla vita dei cittadini. L'Unione Europea ha posto l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile al centro delle sue politiche, confermando obiettivi come il Green Deal, la riduzione delle emissioni e la lotta alla disuguaglianze. Le nuove regole fiscali richiedono agli stati membri di dimostrare come le loro proposte di riforma e investimenti, anche sociali, porteranno risultati concreti.


Altri Paesi potrebbero dover iniziare da zero, ma noi abbiamo già una base di dati solida. Non avrebbe senso abbandonare queste basi, lasciando emergere nel dibattito pubblico insofferenze, spesso marcate, da parte dalla maggioranza di governo, infastidita da alcune evidenze, mentre va invece aumentata e migliorata la capacità di discutere sui dati. Il futuro va preso seriamente.


Per ascoltare l'intervista completa su Radio Radicale: clicca qui


Per la Redazione - Chiara Maria Sole Bravi

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