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Inclusione e accessibilità, Gualdo Tadino fa scuola:intervista al Sindaco Massimiliano Presciutti

Aggiornamento: 4 ore fa



Gualdo Tadino è il primo Comune dell’Umbria ad aver ottenuto la “Bandiera Lilla”, un riconoscimento nazionale conferito ai territori che si distinguono per l’accoglienza inclusiva rivolta alle persone con disabilità.

Nato nel 2012, il progetto Bandiera Lilla si propone di valorizzando i Comuni che si distinguono per iniziative concrete in materia di inclusione e accessibilità. Non si tratta di un semplice riconoscimento formale, ma di un percorso volontario e continuo che premia l’impegno di chi lavora per rendere il proprio territorio più fruibile, dal punto di vista fisico, culturale e sociale.

Essere un Comune Bandiera Lilla non significa essere completamente privo di barriere architettoniche, obiettivo spesso irrealizzabile, soprattutto nei contesti storici o geograficamente complessi, ma aver avviato un percorso strutturato e progressivo per rendere il patrimonio turistico quanto più accessibile possibile. È un cammino che si rinnova nel tempo, attraverso progetti concreti, manutenzioni costanti e un dialogo aperto con le associazioni che rappresentano le persone con disabilità.

Gualdo Tadino è il 60esimo Comune italiano a ottenere il riconoscimento, ma il progetto non si limita a certificare le buone pratiche. L'ente fornisce anche un report con indicazioni di miglioramento a chi non ottiene subito l’idoneità, favorendo quindi una crescita diffusa e condivisa. Si tratta di una visione strategica, che mette al centro la coesione sociale e la qualità della vita.

Ne abbiamo parlato con il Sindaco Massimiliano Presciutti, che è anche neoletto Presidente della Provincia di Perugia.



Sindaco, la Bandiera Lilla è un riconoscimento importante. Come si inserisce nel percorso che state portando avanti come amministrazione?

«Per noi non è un punto d’arrivo, ma una tappa significativa lungo un percorso avviato con determinazione, non senza difficoltà e non senza le inevitabili critiche. Abbiamo fatto scelte coraggiose, certamente non ancora sufficienti, nella convinzione che il percorso da percorrere verso l’inclusione sia una maratona e non i 100 metri. Il riconoscimento della Bandiera Lilla è uno stimolo a proseguire, con ancora maggiore responsabilità, verso una comunità che non lascia indietro nessuno.»

Il progetto Bandiera Lilla punta a rendere l’accoglienza turistica più accessibile anche per chi ha disabilità motorie, sensoriali o patologie alimentari. Quali interventi concreti avete già realizzato sul territorio e quali sono in programma per il futuro, anche a livello provinciale?

«Abbiamo approvato il PEBA – Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche – e realizzato interventi concreti in tema di mobilità sostenibile. Altri progetti sono in fase di definizione. Fondamentale è il dialogo costante con le associazioni che operano nel campo della disabilità: il confronto ci permette di raccogliere bisogni reali e trovare soluzioni condivise. Vogliamo costruire un modello virtuoso anche a livello provinciale: inclusione e partecipazione sono i nostri riferimenti principali».

PEBA e Garante per le persone con disabilità possono diventare strumenti replicabili in altri Comuni? Qual è il ruolo che la Provincia può giocare in tal senso?

«Sì, mi auguro che diventino buone pratiche diffuse. La Provincia di Perugia ha il compito di svolgere un ruolo importante per tutti i 59 comuni del territorio, nessuno escluso. Lavoreremo per una regia territoriale condivisa, in grado di promuovere politiche strutturali sull’accessibilità, favorendo il coordinamento e il supporto amministrativo alle realtà locali più piccole».

Il turismo accessibile può essere anche una leva di sviluppo per i territori umbri, in particolare per le aree interne?

«Assolutamente sì. Il nostro obiettivo è promuovere un’accoglienza diffusa, sostenibile e inclusiva. L’Umbria ha un patrimonio naturalistico, culturale e sociale straordinario: dobbiamo metterlo a sistema, rendendolo accessibile a tutte e tutti. È un’opportunità concreta per rilanciare l’economia locale e valorizzare le aree interne, spesso escluse dai principali flussi turistici».

Infine, nel 2024 Gualdo Tadino ha visto un’inversione di tendenza sul numero degli abitanti: sono più i nuovi residenti rispetto a quelli che hanno lasciato il Comune…

Ritiene che questo sia un segnale significativo?

«È un dato molto importante. I nostri territori, a differenza dei grandi centri urbani, garantiscono una qualità della vita più alta, fatta di relazioni e senso di comunità. In questo senso Gualdo Tadino sta consolidando il suo ruolo come luogo in cui si sceglie di vivere, capace di trattenere chi c'è e accogliere chi arriva».


Per la Redazione - Chiara Maria Sole Bravi

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