“L’Umbria è tornata agli umbri. Questa è la vittoria di chi ha preso in mano la Costituzione, contro l’arroganza di chi sputava”, queste le prime parole di Stefania Proietti, neo-eletta presidente della Regione Umbria, a pochi minuti dalla proclamazione.
Un'affermazione che sintetizza non solo la polarizzazione della recente campagna elettorale, ma anche la portata di questo risultato. L’Umbria, dopo cinque anni di guida della giunta Tesei, caratterizzati da declino economico e isolamento politico, torna al centro di una visione progressista che guarda alla ripresa e alla coesione sociale.
Proietti, ingegnera e già sindaca di Assisi, nonché presidente della Provincia di Perugia, ha incarnato una leadership capace di catalizzare la fiducia di un elettorato in cerca di risposte concrete.
Questo esito, che segna un cambio di rotta netto per la regione più piccola dell’Italia centrale, rappresenta anche una chiara indicazione di contrarietà all’autonomia differenziata. Una misura che, se applicata, rischierebbe di compromettere il futuro dell’Umbria, aggravando le disuguaglianze territoriali e penalizzando i servizi essenziali.
La campagna elettorale in Umbria si è distinta per l’attenzione a temi concreti, primo fra tutti la sanità pubblica.
Gli anni di amministrazione Tesei hanno infatti visto un ridimensionamento dei servizi sanitari, tra tagli e privatizzazioni, e nei consultori, si è assistito a una crescente apertura alle istanze pro-vita, che hanno suscitato ampie proteste per la propaganda rivolta ad un’idea di famiglia tradizionale sostenuta dal governo nazionale ancorché lontana dalla realtà contemporanea. Proietti ha fatto della difesa e del rafforzamento della sanità pubblica un pilastro del suo programma, ribadendo il sacrosanto concetto che la salute è un diritto non una merce, promettendo un approccio che garantisca pieno rispetto alla legge 194 e un accesso equo ai servizi sanitari in tutto il territorio regionale.
Un'impostazione che ha permesso alla coalizione di centrosinistra di recuperare consenso e visibilità, grazie a un approccio improntato sull’inclusività e sulla capacità di rispondere alle esigenze quotidiane dei cittadini.
L’idea di un’amministrazione orientata al principio di "per la gente e con la gente" è stata sostenuta da un’alleanza ampia, in grado di aggregare forze politiche e realtà civiche attorno a obiettivi condivisi.
La vittoria ottenuta in Umbria assume quindi un valore che va oltre i confini regionali, proponendosi come un modello di collaborazione politica potenzialmente applicabile anche a livello nazionale. Questo "campo largo", radicato nelle necessità concrete delle comunità, evidenzia infatti la possibile rilevanza di un approccio unificante.
L’elezione di figure come Stefania Proietti, e Michele De Pascale in Emilia-Romagna, conferma inoltre come la politica locale, incarnata da amministratori e sindaci, riesca a risultare più vicina e concreta rispetto a quella nazionale, rispondendo meglio alle aspettative della comunità.
Tuttavia, questa dinamica non deve far sottovalutare la persistente crisi di partecipazione democratica: in Umbria l’affluenza si è attestata attorno al 52%, un dato che richiama l’urgenza di rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Il compito che attende Stefania Proietti e la sua amministrazione è dunque arduo, ma stimolante.
Tra le priorità emergono il rilancio dell’economia regionale, la lotta alle disuguaglianze sociali, la cura dell’ambiente e la sostenibilità, il recupero e la valorizzazione delle aree interne, temi già centrali nella sua esperienza come sindaca di Assisi. La nuova amministrazione dovrà inoltre affrontare il nodo dell’autonomia differenziata, evitando che questa si traduca in un ulteriore impoverimento a scapito di territori, servizi e welfare.
La vittoria progressista in Umbria rappresenta dunque un segnale di speranza per una ripresa economica e sociale, che mette al centro il rispetto della Costituzione, l’inclusione e la partecipazione. Come sottolineato dalla stessa Proietti, l’amministrazione vorrà essere "per tutti i territori, nessuno escluso", con l’obiettivo di riportare fiducia nei giovani e nei più fragili, costruendo un futuro che restituisca all’Umbria il ruolo che merita.
Per la Redazione - Chiara Maria Sole Bravi
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