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Pnrr: uscire dalla propaganda per non perdere un'occasione unica di cambiamento

Aggiornamento: 5 mar


Da sinistra: Lucio Caporizzi, Elisabetta Masciarri, Augusto Paolucci Foto:Umbria24

La gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in Umbria è stata al centro della conferenza stampa organizzata dalla Fillea Cgil Umbria e dall’Associazione Nuove Ri-Generazioni Umbria, che si è tenuta questa mattina nella sala Proietti della Cgil di Perugia.

I relatori Elisabetta Masciarri, segretaria generale della Fillea Cgil Umbria, Augusto Paolucci, presidente di Nuove Ri-Generazioni Umbria, e Lucio Caporizzi, componente del comitato scientifico di Nuove Ri-Generazioni Umbria e già direttore della Regione Umbria, hanno illustrato le criticità e le contraddizioni che emergono dall’attuazione del PNRR a livello nazionale e regionale.

In particolare, hanno evidenziato come il Governo abbia mostrato un eccessivo ottimismo sulla capacità di spendere rapidamente le risorse del PNRR, mentre l’attuazione del Pnrr sul piano amministrativo e finanziario vada a rilento. La logica sottostante al PNRR è infatti quella di una performance basata su risultati e indicatori, che misurano il raggiungimento di obiettivi prefissati. Questo implica che il successo del Piano non dipenda dalla spesa effettiva, ma dalla capacità di realizzare le trasformazioni previste. Finora, l'Italia ha ottenuto 102 mld (77 dalle tranche e 25 dal prefinanziamento), ma ha speso solo circa 40 mld, di cui più della metà (24,8 mld) destinati a misure fiscali già esistenti, come il Sismabonus, l'Ecobonus e il credito d'imposta per la Transizione 4.0. Il ritmo di utilizzo delle risorse, più lento rispetto a quello dei flussi finanziari provenienti dall'Europa, dipende anche dalle fasi di attuazione dei progetti, che all'inizio richiedevano un maggiore impegno normativo, amministrativo e progettuale.

In sintesi, il PNRR sembra essere in difficoltà dal punto di vista della realizzazione materiale delle opere e della spesa delle risorse. Si pensi che nei prossimi tre anni bisognerà spendere ancora 154 mld. Il Governo stesso ne è consapevole, tanto che ha già presentato una proposta di revisione alla Commissione europea.

Per quanto riguarda l’Umbria, i relatori hanno denunciato poca chiarezza nella comunicazione istituzionale sulle risorse assegnate alla regione. Infatti, le cifre fornite dalla Regione non corrispondono alla reale distribuzione e implementazione dei fondi. Inoltre, hanno sottolineato la necessità di un maggiore coinvolgimento delle parti sociali e delle realtà territoriali nella definizione delle priorità e degli obiettivi del PNRR, per garantire una ripresa equa e sostenibile.

Il settore delle costruzioni ha ricadute importantissime dal Pnrr, quasi un terzo dell’importo complessivo – ha dichiarato la segretaria generale della Fillea Cgil Umbria, Elisabetta Masciarri Su questo riteniamo che sia fondamentale il confronto con le organizzazioni sindacali di settore e le associazioni datoriali, in particolare in tema di legalità e sicurezza sul lavoro e sulla gestione degli appalti pubblici, ancora di più vista la liberalizzazione del subappalto a cascata decisa dal Governo. Anche perché – ha aggiunto Masciarri  – il 2026 è alle porte e temiamo una deregolamentazione selvaggia per concludere velocemente le opere”.

La segretaria generale della Fillea Cgil Umbria critica inoltre i dati regionali relativi alle ricadute occupazionali, definendoli "discutibili" e sottolinea il mancato confronto a livello regionale sulla qualità del lavoro che le nuove risorse andranno a creare e sul tema dei divari salariali tra l'Umbria e il resto d'Italia, entrambi temi cruciali nel contrasto al fenomeno dello spopolamento.

Lucio Caporizzi, membro del comitato scientifico di Nuove Ri-Generazioni Umbria mette in luce "contraddizioni evidenti" tra le dichiarazioni della Regione e i dati ufficiali. La presidente Tesei parla di 5,2 miliardi per l'Umbria, ma i dati indicano un flusso predominante verso grandi aziende pubbliche statali, come RFI, per investimenti che interessano anche il territorio umbro, ma non solo.

Quello che possiamo dire dai dati ufficiali – ha spiegato Caporizzi, esperto di fondi europei – è che agli enti locali della nostra regione andranno circa 810 milioni di euro, una cifra comunque importante, ma ben distante dai 5 miliardi di cui si è tanto parlato”.

Fillea Cgil e Nuove Ri-Generazioni Umbria annunciano in questa occasione attraverso le parole del presidente dell’Associazione, Augusto Paolucci, un osservatorio per monitorare l'attuazione del PNRR in Umbria, focalizzandosi sulla destinazione dei fondi per evitare spostamenti verso bonus e incentivi alle imprese, che, se più facili da erogare, potrebbero mancare l'impatto positivo necessario sul territorio".


Di seguito il documento preparato da Lucio Caporizzi, riassuntivo delle tematiche relative al PNRR, utile per un'analisi più dettagliata e approfondita:




Per la Redazione - Chiara Maria Sole Bravi

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