Di seguito riportiamo l'articolo di particolare interesse di Rossella Calabrese per Edilportale.com, il portale dell'edilizia.
Quali incentivi fiscali e quale intervento pubblico per centrare gli obiettivi della Direttiva Case Green? A queste domande risponde la proposta di Testo Unico dei Bonus edilizi presentata da Fillea Cgil nel corso di un convegno in Cgil Nazionale che ha visto confrontarsi politica, sindacato, costruttori e ambientalismo.
La proposta di nuovo Testo Unico dei Bonus edilizi prevede:
1. Bonus ristrutturazioni edili riportati alla loro originale funzione di “emersione” (con maggiorazioni in caso di miglioramento di classe sismica e/o abbattimento barriere architettoniche in alternativa all’attuale ecobonus e sisma bonus ma solo per la prima casa). Una percentuale di incentivo che parte dal 40% fino al 70% (75% per abbattimento barriere architettoniche e in questo caso con trasferimento diretto e non solo detrazione).
2. Bonus per l’efficienza energetica solo per le prime case e se sono in classe G, F, E (con maggiorazione per interventi sismici, ex sismabonus), con obiettivo obbligatorio di arrivare alla classe D, un massimale prestabilito, trasferimento diretto da parte dello Stato e una percentuale variabile dal 75% (+10% se miglioramento sismico) al 100%, in base al reddito del singolo o, sul modello tedesco, dei proprietari che esprimono la maggioranza dei “millesimi condominiali” se di miglior favore;
- 75% di incentivo per i redditi tra i 30 mila e i 100 mila euro sulla base dell’ISEE (per chi è sopra tale reddito non vi è incentivo se non quello per ristrutturazione) con possibilità di integrare parte del restante attraverso la cessione dei risparmi energetici;
- 85% per i redditi tra i 20 ed i 30 mila euro ISEE con possibilità di integrare tramite cessione dei risparmi energetici;
- 100% per i redditi sotto i 20 mila euro Isee, in questo caso con l’obbligo di cedere almeno il 50% dei risparmi energetici (questo al fine di mantenere compartecipazione e attenzione ai prezzi/concorrenza).
3. Introduzione del ‘Contratto di cessione dei risparmi energetici’ come obbligo per tutti gli operatori energetici, al fine di favorire uno strumento facile volto anche a ridurre da subito gli impatti sulla finanza pubblica, responsabilizzare il beneficiario e, per i redditi più bassi, produrre una convenienza immediata.
4. Fondo Crediti Efficienza Energetica presso Cassa Depositi e Prestiti: si tratta di chiudere una volta per tutte il caso dei “crediti incagliati”. Per il futuro, anche favorendo maggiore trasparenza e minori interferenze dei soggetti del credito, si propone il trasferimento diretto, mentre per quanto maturato fino all’entrata in vigore delle nuove norme, si propone che CDP acquisti i crediti incagliati già maturati e comunque contabilizzati come debito pubblico.
5. Semplificazioni amministrative e lotta all’illegalità nei cantieri: occorre mantenere l’asseverazione tecnica anche al fine di evitare “cantieri fantasma” ed altre forme di elusione; occorre estendere il combinato disposto “bonifico parlante” e Durc di Congruità, come previsto dalla legge 25/2022 affinché nessun euro pubblico alimenti evasione fiscale e lavoro nero. Occorre rafforzare l’obbligatorietà dei CCNL edili e delle relative norme di tutela per la salute e sicurezza dei lavoratori. Occorre qualificare le imprese che accederanno agli incentivi per evitare la nascita di “imprese vuote” come avvenuto nel passato. Occorre rafforzare il ruolo dell’ENEA per controlli anche sul campo e dotarsi di un’unica banca dati Agenzia Entrate/catasto/Enea per avere dati puntuali e precisi. Occorre semplificare la normativa sulle difformità e sugli interventi ad impatto paesaggistico li dove tali norme impediscono o rallentano gli interventi di efficienza.
Questo nuovo Testo Unico dei Bonus edilizi consentirebbe di centrare gli obiettivi della Direttiva Casa Green:
- gli edifici pubblici devono conseguire entro il 2027 la classe energetica E, entro il 2030 la classe energetica D;
- gli edifici residenziali, al netto di alcune deroghe, devono raggiungere, per le “prime case” la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033.
Fillea Cgil propone un Testo Unico dei Bonus edilizi
“Avanziamo le nostre proposte oggi, prima dell’incontro di fine agosto 2023 tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea per discutere sulla Direttiva Case Green e prima della prossima legge di bilancio per il 2024. Invitando il Governo, più che a contrastare la Direttiva o peggio negarne l’urgenza (ambientale e sociale), a richiedere alla Commissione Europea risorse specifiche aggiuntive, la possibilità di escludere le risorse previste dai Piani Nazionali per l’efficienza energetica dall’eventuale ritorno al Patto di Stabilità, usare quote del PNRR da ridestinare a combattere così la povertà energetica” - ha spiegato il Segretario generale di Fillea Cgil, Alessandro Genovesi.
“La nostra propostadi Testo Unico dei Bonus edilizi - ha continuato - vuole interloquire anche con quelle avanzate in queste settimane da diverse forze politiche (dalla Lega ai 5 Stelle, da Forza Italia al PD) e dalla stessa Ance, invitando ad un’inversione di rotta rispetto a quella presa dal Governo che, con il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura “di fatto permette, oggi, solo a chi ha già risparmi e liquidità e redditi medio alti, di beneficiare degli incentivi rimasti sotto forma esclusiva di detrazioni” un sistema che “favorisce i ceti più ricchi, il Nord del Paese e non seleziona i beneficiari in termini di priorità né energetiche né sociali”.
Per la Fillea, invece, c’è bisogno di una politica degli incentivi “che garantisca certezza nel medio periodo, sia finanziariamente più sostenibile, ma soprattutto sia più efficace in termini energetici e più giusta socialmente”. Per questo Genovesi propone di puntare principalmente sullo “strumento del trasferimento diretto da parte dello Stato, al posto dello sconto in fattura e della cessione del credito, per una maggiore trasparenza, efficacia e tracciabilità delle risorse pubbliche e anche per evitare tentazioni speculative o ricattatorie da parte del sistema bancario italiano”.
La riforma degli incentivi Fillea potrebbe generare “oltre 1,2 punti di PIL aggiuntivi l’anno (12% in 10 anni) con la creazione di oltre 300mila posti di lavori diretti, 430mila con l’indotto, ogni anno” - ha sottolineato Genovesi - “ma servono risorse vere e serve che questa proposta diventi una priorità nella politica economica del Governo Meloni” e dai conti della Fillea “anche nelle ipotesi di previsione contabile più rigide le somme da mettere in bilancio sarebbero circa 20-25 miliardi l’anno”.
(Fonte Edilportale.com)
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